KRACH!

Diesen Monat haben wir uns insbesondere mit Kommunikation untereinander auseinandergesetzt.

Wenn es so richtig kracht untereinander und wir uns gegenseitig bei jedem Kontakt nur noch triggern, dann ist es soweit, dass wir uns Gedanken machen müssten, was alles ausgelöst hat und wie wir damit umgehen könnten. Wir kommen nicht darum herum preiszugeben, was wir erfahren und empfinden und was wir uns wünschen würden anstatt. Sind wir nicht in der Lage, neutral zu formulieren, wie es für uns sein müsste, damit wir uns auf Augenhöhe begegnen können, dann können wir machen was wir wollen, wir werden nie die Erwartungen des Gegenübers treffen. Sie bestehen ja gar nicht!

Mit einer solchen Situation konfrontiert, wurde mir bewusst, wie simpel eigentlich eine wohlwollende Kommunikation sein könnte und dennoch wie schwierig es ist, sich darauf einzulassen. Der Change braucht etwas Übung, um uns wieder bewusst zu machen, dass was wir senden anders ankommen könnte als wir wollten… und schon wiegelt sich ein Konflikt basierend auf Missverständnissen soweit auf, dass Freundschaften zerbrechen, Menschen krank werden und Enttäuschungen uns auseinandertreiben. Es kommt so weit, dass aus einem halb vollen Glas, ein halb leeres wird und wir die positive Einstellung verlieren.

Wenn die positive Einstellung weg ist, sind wir gar nicht mehr in der Lage, uns die positive Absicht hinter einer Handlung vorzustellen, denn das ist eines der wichtigsten Erkenntnisse letztendlich. Hinter jeder Handlung steht eine positive Absicht… für den oder die Handelnde… versuchen wir, uns die Perspektive des Gegenübers vorzustellen, und dieser Ansicht auf den Grund zu gehen, so wird alles plötzlich viel einfacher.

Tönt alls ganz eifach… ist es aber nicht, zu stark sind wir konditioniert, egal von wo… Muster sind festgesetzt, zum Beispiel Fehler von den anderen zu suchen, sozusagen den Schuldigen zu finden, anstatt Lösungen zu entwickeln. Sind wir ganz ehrlich, das haben wir auch jahrelang genährt, in der Schule und im beruflichen Umfeld. Letztendlich geht es um meine Noten, meine Ziele, meinen Bonus, meine Karriere, meine Ausbildung… doch erwartet wird, dass wir Teamplayer sind oder werden…

Diesen Schritt zu vollziehen, ist für die junge Generation ganz einfach, doch für Gen X ist das je nach dem eine riesige und ungewohnte Umstellung. Einen guten Mix aus Unbekümmertheit und Erfahrung im Team zu finden ist ein erster Schritt, dann gehören partizipative Teamrituale und eine hohe Transparenz dazu, das alles hilft einen guten Teamspirit zu pflegen und in das gemeinschaftliche Lernen einzutauchen. Die Kommunikation untereinander kann mit einfachen simplen Sprachregeln facilitiert werden und durch Rollen die darauf achten, dass wir nicht in alte Muster verfallen bestärkt werden.

 

Wie sprecht ihr miteinander? Welche Rituale habt ihr bereits realisiert? Welche Rollen helfen diese Rituale und Sprachregeln einzuhalten? Wie habt ihr einen wohlwollenden Umgang in euerem Team etabliert?

Bin ganz gspannt

Ruggero

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LOTTA!

Questo mese ci siamo concentrati in particolare sulla comunicazione tra di noi.

Quando ci sono forti tensioni e ogni contatto non fa altro che scatenare reazioni negative, è giunto il momento di riflettere su cosa ha provocato tutto questo e su come affrontarlo. Non possiamo evitare di rivelare ciò che proviamo e ciò che desideriamo. Se non siamo in grado di esprimere in modo neutrale ciò che vorremmo che fosse, in modo da poterci incontrare sullo stesso livello, possiamo fare tutto quello che vogliamo, ma non riusciremo mai a soddisfare le aspettative dell’altra persona. Perché non esistono!

Di fronte a una situazione del genere, mi sono reso conto di quanto possa essere semplice una comunicazione benevola eppure di quanto sia difficile mettersi in gioco. Il cambiamento richiede un po’ di pratica per renderci nuovamente consapevoli che ciò che trasmettiamo potrebbe essere interpretato in modo diverso da come vorremmo… e già un conflitto basato su malintesi si intensifica al punto che amicizie si rompono, persone si ammalano e delusioni ci allontanano. Si arriva al punto che un bicchiere mezzo pieno diventa mezzo vuoto e perdiamo il nostro atteggiamento positivo.

Quando l’atteggiamento positivo scompare, non siamo più in grado di immaginare l’intenzione positiva dietro un’azione, perché questa è una delle intuizioni più importanti in fin dei conti. Dietro ogni azione c’è un’intenzione positiva… per chi agisce… proviamo a immaginare il punto di vista dell’altra persona e ad approfondire questa visione, così tutto diventa improvvisamente molto più semplice.

Sembra tutto molto facile… ma non lo è, siamo troppo condizionati, indipendentemente da dove veniamo… i modelli sono fissi, ad esempio cercare gli errori degli altri, trovare il colpevole, per così dire, invece di sviluppare soluzioni. Siamo onesti, è qualcosa che abbiamo alimentato per anni, a scuola e nell’ambiente professionale. In fin dei conti, ciò che conta sono i miei voti, i miei obiettivi, il mio bonus, la mia carriera, la mia formazione… ma ci si aspetta che siamo o diventiamo dei team player…

Compiere questo passo è molto facile per le giovani generazioni, ma per la generazione X può essere un cambiamento enorme e insolito. Trovare un buon mix di spensieratezza ed esperienza nel team è un primo passo, poi servono rituali di squadra partecipativi e un’elevata trasparenza: tutto questo aiuta a coltivare un buon spirito di squadra e a immergersi nell’apprendimento collettivo. La comunicazione tra i membri del team può essere facilitata con semplici regole linguistiche e rafforzata da ruoli che assicurano che non si ricada nei vecchi schemi.

Come comunicate tra di voi? Quali rituali avete già realizzato? Quali ruoli aiutano a rispettare questi rituali e queste regole linguistiche? Come avete instaurato un clima di benevolenza nel vostro team?

Sono molto curioso.

Ruggero

 

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